Con la risposta ad interpello n. 310 del 24 luglio 2019, l’Agenzia delle Entrate è ritornata sul tema della territorialità nella disciplina dettata in materia di imposta sulle donazioni, affermando che “rilevano ai fini dell’imposta sulle donazioni e devono essere assoggettati a registrazione in termine fisso anche gli atti formati all’estero aventi ad oggetto beni diversi da immobili ed aziende esistenti nel territorio dello Stato, sempreché il donante sia residente nello Stato (articolo 2, comma 1, del TUS) ovvero, nel caso in cui il donante non sia residente, quando i beni siano esistenti nel territorio dello Stato (articolo 2, commi 2 e 3, del TUS)”.
Continua la lettura »Di recente è stata sottoposta al vaglio della Corte di Cassazione una tematica sulla quale i giudici di legittimità si sono già più volte pronunciati, ossia il possibile ruolo di esimente dalla responsabilità penale in capo all’imprenditore, qualora la società da lui amministrata sia stata colpita da un grave dissesto finanziario, imprevedibile e non imputabile allo stesso, ed egli, nonostante le misure spontaneamente adottate al fine di fronteggiarlo, non sia stato in grado di adempiere alle obbligazioni tributarie e, nello specifico, ai versamenti di contributi previdenziali e assistenziali.
Continua la lettura »Con il Decreto 8 febbraio 2019 (G.U. Serie Generale, n. 89 del 15 aprile 2019), in materia di tracciabilità dei medicinali veterinari e dei mangimi medicati, è stato introdotto l’obbligo, anche per i medici veterinari, di alimentare – all’atto della prescrizione del medicinale veterinario, del mangime medicato e del prodotto intermedio – il nuovo sistema informativo dedicato, per il tramite della prescrizione medico-veterinaria di matrice elettronica.
La novella in commento, oltre alle intuibili ricadute in termini di adempimenti per gli operatori del settore, offre nuovi elementi di analisi e di approfondimento rispetto alla storica diatriba dottrinale in ordine all’aliquota IVA da applicare alla cessione di farmaci veterinari avvenuta in occasione di una prestazione professionale.
Continua la lettura »Tags: G.U. Serie Generale, mangimi medicati, n. 89 del 15 aprile 2019, tracciabilità dei medicinali
La globalizzazione dei business e la digitalizzazione dei processi interni all’impresa assegnano sempre maggiore importanza alla dimensione transnazionale delle fiscalità, la cui corretta gestione diventa elemento cruciale tanto per le imprese multinazionali che operano in Italia quanto per le imprese italiane che cercano di espandersi all’estero.
Le imprese devono – da un lato – operare nel rispetto delle legislazioni tributarie dei diversi paesi in cui investono e, dall’altro lato, devono disporre di una strategia fiscale che sia allineata sia alla struttura societaria, sia al modello operativo e di business.
Con il Decreto Ministeriale 14 maggio 2018, il Ministero dell’economia e delle finanze ha introdotto nuove linee guida per l’applicazione delle disposizioni previste dall’articolo 110, comma 7, Tuir, in materia di prezzi di trasferimento, prevedendo importanti novità, sostanzialmente riconducibili a:
Continua la lettura »La riforma del Terzo Settore impone una riflessione in ordine alle opportunitàe alle opzioni offerte alle realtàDilettantistico-Sportive che animano il settore equestre.
Secondo l’ultimo bilancio di sostenibilitàpubblicato dal Coni, nel 2017, il “dilettantismo sportivo”vive di un numero complessivo di Associazioni Sportive Dilettantistiche (A.S.D.) e SocietàSportive Dilettantistiche (S.S.D.) pari a 121.815 soggetti e un totale di iscrizioni conseguite nella qualità di affiliate alle FSN, DSA ed EPS pari a 150.864.
Per tutte queste realtà, la scelta di entrare a far parte degli Enti del Terzo Settore, oltre ad avere in taluni casi natura vincolante e non opzionale, potrebbe determinare importanti ricadute circa il regime fiscale adottabile in tema di: trattamento dei compensi sportivi, prestazione a favore dei soci, accesso alle agevolazioni della L. n. 398/91.
La circolare 18/E, emanata dall’Agenzia delle Entrate lo scorso 1°agosto, all’approssimarsi della compiuta definizione del quadro normativo e regolamentare tracciato dalla Riforma, ha affrontato temi di assoluto rilievo per il mondo delle A.S.D. e delle S.S.D., chiarendo, almeno in parte, una serie di problematiche di carattere fiscale e amministrativo, che –in questa sede –si analizzeranno con particolare riguardo al loro probabile impatto sul mondo equestre.
Tags: ASD equestri, Codice del Terzo Settore - CTS, CONI, D.lgs. 117/2017, dilettantismo sportivo, Diritto, DSA, EPS, FSN, Legge n. 398/91, Luigi Ferrajoli, regime agevolativo, Terzo Settore
La disciplina dettata dal D.L. n. 35/2005 (convertito dalla Legge n. 80/2005) in materia di accordo di ristrutturazione dei debiti, come successivamente modificata nel 2007, nel 2012 e nel 2015, èstata spesso al centro di serrate discussioni in ragione della risultante ibrida natura del cennato istituto.
L’emergente contrasto tra i tratti distintivi di indubbia matrice privatista di detto accordo e la sua necessaria sottoposizione al giudizio di omologazione del Tribunale sembrava essere stata risolta dalla prevalente dottrina, che – al riguardo – aveva ricondotto quest’ultimo ad un mero giudizio di merito attinente essenzialmente alle precondizioni di ammissibilitàe al processo di definizione dell’accordo.
In tale chiave prospettica, l’omologa del Tribunale, non entrando nel merito del contenuto degli accordi economici veri e propri, se non nei limiti indicati dalla legge, non era stata ritenuta idonea ad incidere sulla natura e sui contenuti dell’accordo, indissolubilmente vincolati aprerogative di natura prevalentemente privata. Continua la lettura »
Tags: art. 182-bis legge fall., Codice della crisi d’impresa, D.L. n. 35/2005, giudizio di omologazione, Legge n. 80/2005, ristrutturazione del debito, Transazione fiscale
Nel nostro ordinamento giuridico, l’articolo 132 c.p.c. prevede espressamente che la sentenza debba contenere a) l’indicazione del giudice che l’ha pronunciata; b) l’indicazione delle parti e dei loro difensori; c) le conclusioni del pubblico ministero e quelle delle parti; d) la concisa esposizione delle ragioni di fatto e di diritto della decisione; e) il dispositivo, la data della deliberazione e la sottoscrizione del giudice.
Ciò posto, la mancata indicazione delle parti nell’epigrafe della sentenza del nome di una delle parti rende nullo il provvedimento quando né dallo “svolgimento del processo”, né dai “motivi della decisione”, sia dato desumere la sua effettiva partecipazione al giudizio.
Questo principio è stato confermato dalla sentenza n. 22055 depositata in data 11 settembre 2018 dalla Seconda Sezione Civile della Corte di Cassazione.
Nel caso di specie, il giudizio traeva origine da una richiesta da parte degli attori di condanna dei convenuti sia alla demolizione di un manufatto, che secondo costoro non rispettava le distanze dai confini previste dalla legge, sia al risarcimento dei danni da essa derivanti.
I convenuti si costituivano in giudizio chiedendo il rigetto delle domande attoree in quanto infondate e, con un’ulteriore domanda riconvenzionale, domandavano altresì il risarcimento dei danni.
Il Tribunale accoglieva le domande attoree e, pertanto, condannava parte convenuta alla demolizione e al risarcimento dei danni; decisione che veniva confermata anche in sede di appello.
I soccombenti decidevano di procedere avanti la Suprema Corte rilevando, tra i vari motivi, la violazione e la falsa applicazione dell’articolo 132 c.p.c. per la mancata indicazione, nella sentenza impugnata, dell’indicazione dei nomi degli appellati, che si erano costituiti in giudizio nelle more dichiarando di voler subentrare nella posizione processuale della madre deceduta nel corso del giudizio di secondo grado. Continua la lettura »
Tags: Articolo 132 c.p.c., nullità, Parti, Sentenza
Nel nostro ordinamento giuridico non esiste una norma specifica che impedisca il frazionamento delle domande giudiziali, nonché una disposizione che ostacoli la possibilità di proporre una causa volta al recupero di un credito, solo perché già pendente un giudizio instaurato per il recupero di un credito diverso, ma derivante dallo stesso contratto tre le parti.
Ciò posto, la parcellazione separata di crediti diversi e distinti derivanti da un medesimo rapporto è prevista esclusivamente in presenza di un interesse oggettivo del creditore a proporre molteplici azioni, in difetto il frazionamento è ingiustificato; questo principio è stato confermato dall’ordinanza n. 16993 depositata in data 27 giugno 2018 dalla Seconda Sezione Civile della Corte di Cassazione.
Nel caso di specie, il giudizio traeva origine da un’azione proposta da un perito nei confronti di un Istituto Assicurativo al fine di ottenere il pagamento del compenso per l’incarico svolto nell’interesse della Compagnia assicurativa. Il Tribunale adito, in sede di appello, riformando la sentenza del giudice di prime cure, rigettava la domanda del perito.
Nello specifico il Tribunale aveva ravvisato un abusivo frazionamento del credito, atteso che gli incarichi del professionista erano tutti riconducibili a un unico contratto d’opera tra le parti, nell’ambito di un ampio accordo di collaborazione professionale.
Il consulente dunque decideva di procedere avanti la Suprema Corte rilevando, tra i vari motivi, la violazione e la falsa applicazione degli articoli 1175 e 1375 C.C. con riferimento ad una erronea interpretazione dei principi elaborati dalle Sezioni Unite, con la sentenza n.23726/2007, in relazione al frazionamento abusivo del credito.
Tags: Attività continuativa, Frazionamento credito, Parcellazione
Con la recente sentenza n. 25980 del 07 giugno 2018, la Corte di Cassazione ha ribadito alcuni importanti principi in tema di responsabilità amministrativa degli enti.
In particolare, la Suprema Corte ha precisato che il profitto del reato oggetto della confisca di cui all’art. 19 del D.Lgs. n. 231 del 2001 si identifica con il vantaggio economico di diretta ed immediata derivazione causale dal reato presupposto, ma, nel caso in cui questo venga consumato nell’ambito di un rapporto sinallagmatico, non può essere ricompresa nel profitto anche l’utilità eventualmente conseguita dal danneggiato in ragione dell’esecuzione da parte dell’ente delle prestazioni che il contratto gli impone. Continua la lettura »
Tags: Confisca, D.Lgs. 231/2001, Profitto reato, Responsabilità amministrativa enti
Il mondo della “pirateria digitale” non risparmia i prodotti agroalimentari.
Se è vero che rispetto alle altre tipologie di mercato la vendita onlinedi Food&Winestenta a decollare è altrettanto certo che uno dei maggiori fattori di freno in proposito è costituito dalla scarsa fiducia, diremo condivisibile, che il consumatore medio riserva alle offerte della specie tramite canale digitale. Continua la lettura »
Tags: Agroalimentare, Contraffazione, Food, Pirateria digitale, Wine